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di Luigi Ippolito
Svolta epocale per la politica britannica: Reform, il partito di destra populista guidato da Nigel Farage, mette in crisi il sistema politico tradizionale
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - La marea faragista sommerge tutta lâInghilterra: ed è una svolta epocale per la politica britannica. Perché è un vero choc sismico quello che emerge dal voto amministrativo che ieri ha coinvolto un terzo dellâelettorato dellâInghilterra (non si votava nelle altre regioni britanniche): Reform, il partito di destra populista guidato da Nigel Farage, il tribuno della Brexit, dilaga ovunque e mette in crisi il sistema politico tradizionale.
I faragisti hanno vinto unâelezione suppletiva, a Runcorn, in un seggio che a luglio scorso era stato ottenuto dal Labour con una maggioranza addirittura del 53%, mentre Reform si era fermato al 18%: ieri la candidata di Farage, Sarah Pochin, ha strappato la vittoria ai laburisti, anche se solo per 6 voti, e ha subito dichiarato il proprio leader «il prossimo primo ministro di questo grande Paese».
Reform ha preso anche il controllo della regione del Lincolnshire, ottenendo lì il 42% dei voti e relegando i conservatori al secondo posto col 26%, ma pure dove i laburisti tengono le posizioni vengono incalzati da Reform a un soffio di distanza. Il quadro completo lo avremo solo nel pomeriggio, quando Farage potrebbe segnare ulteriori vittorie, ma quella di oggi è comunque lâalba di una nuova era.
Il tradizionale duopolio laburisti-conservatori è finito e quello che sta accadendo è paragonabile alla svolta di un secolo fa, negli anni a cavallo fra le due guerre mondiali, quando i laburisti soppiantarono i liberali come alternativa ai conservatori. Ora il partito di Farage è diventato la vera opposizione al governo laburista e tutto il sistema si è frammentato, grazie anche ai buoni risultati di liberaldemocratici e Verdi.
Quello per Reform è un voto di protesta contro lo status quo e tutto lâestablishment tradizionale: se lâanno scorso le elezioni politiche che hanno portato al governo il Labour di Keir Starmer erano state un referendum contro i conservatori, adesso lâelettorato già deluso dai laburisti si volge allâunica alternativa rimasta, ossia la destra populista. A favore di Farage gioca il fatto che lâimmigrazione è tornata in cima alle preoccupazioni degli elettori ed è il cavallo di battaglia di Reform: ma si tratta di unâonda lunga che arriva da lontano, dai quasi ventâanni successivi alla crisi finanziaria che hanno visto il deterioramento delle condizioni di vita della popolazione, soprattutto della classe lavoratrice. à un disagio che si era manifestato già nel 2016, con il voto in favore della Brexit, ma a cui la classe politica non è mai riuscita a dare una vera risposta: adesso lâalternativa, per quanto semplicistica e nebulosa, è incarnata da Farage.
Resta da vedere come tutto questo si tradurrà a livello nazionale, dove il sistema elettorale uninominale distorce enormemente il voto (lâanno scorso il Labour ha ottenuto una schiacciante maggioranza assoluta di seggi con appena il 34% dei consensi): ma con una corsa politica ormai a quattro (se non a cinque) i risultati possono essere imprevedibili e il collasso dei partiti tradizionali non è da escludere. In teoria le elezioni generali sono solo fra 4 anni, ma Farage primo ministro a Londra non è più fantapolitica.
2 maggio 2025 ( modifica il 2 maggio 2025 | 13:47)
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