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Il governo, nel corso del Consiglio dei ministri di questo pomeriggio a palazzo Chigi, ha deciso di impugnare la legge della Regione Toscana sul fine vita. Lo si apprende al termine della riunione del Cdm. L’impugnazione è stata decisa in quanto, nella sua interezza, la legge "esula in via assoluta dalle competenze regionali e lede le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento civile e penale e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, nonché il riparto di competenze in materia di tutela della salute e della ricerca scientifica e tecnologica, violando l'articolo 117, secondo comma, lettere l) e m), e terzo comma, della Costituzione".
La Toscana è stata la prima Regione ad approvare una legge sul fine vita lo scorso 11 febbraio. A sei anni dalla sentenza della Corte Costituzionale, che ha escluso la punibilità del medico che agevola il suicidio assistito, una amministrazione ha un testo che scioglie i nodi organizzativi ed economici.
di Michele Bocci 09 Maggio 2025
La norma era stata approvata con i voti del Pd, a parte una esponente dell’ala cattolica del partito, di Italia Viva e dei Cinquestelle. Tutto era partito dalla proposta di iniziativa popolare presentata dall’associazione Coscioni.
Sulla decisione del Consiglio dei ministri, a stretto giro arrivano i commenti da parte del mondo politico.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, afferma: "Una scelta ipocrita, cinica e codarda: il governo impugna la legge sul fine vita in Toscana, mentre con l'altra mano tiene bloccata la legge sul fine vita in Parlamento. Qui non si tratta di fare propaganda ma di dimostrare la serietà e la responsabilità di non voltare le spalle a chi sta soffrendo, regolando in maniera dignitosa il fine vita. Si tratta di dare seguito a una pronuncia della Corte costituzionale su cui il Parlamento è in grave ritardo. Ormai non stupisce più nemmeno il silenzio di Forza Italia, che abbassa la testa a Meloni e Salvini ogni volta, specie quando si tratta di negare diritti. Altro che liberali, come quando si dicono favorevoli a cambiare la legge sulla cittadinanza ma poi invitano a disertare il referendum dell'8-9 giugno che fa esattamente questo".
Il presidente della regione Toscana Eugenio Giani commenta: "È paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte" costituzionale "che ha indicato la necessità di colmare un vuoto legislativo in materia di suicidio medicalmente assistito". E aggiunge: "Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone".
Il presidente del consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, dice: "La decisione del Governo di impugnare la legge della Toscana sul fine-vita è semplicemente assurda: un'offesa per i malati che chiedono aiuto e soffrono e - allo stesso tempo - una mannaia nei confronti di una Regione che legifera bene, nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione, apripista in tutta Italia, ma che viene bloccata a livello nazionale. È accaduto con la norma sugli affitti brevi e sul turismo, con quella sui balneari e adesso accade con la legge sul fine-vita”.
Duro il segretario di +Europa, Riccardo Magi: "Sono falsi, falsi in tutto, persino in quello che predicano. Il governo ha impugnato la legge Toscana sul fine vita, alla faccia dell'autonomia di Salvini, che di fronte a una scelta presa da un Consiglio regionale che ha il diritto e il dovere di disciplinare le modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie, ammaina la bandiera autonomista e porta quella regione in tribunale. La Lega volta le spalle alla sua storia e si schiera per il centralismo bigotto dello Stato".
Marco Furfaro, deputato toscano e componente della segreteria nazionale del Pd, bolla la decisione come “surreale”. “Una legge che rispettava pienamente la sentenza della Corte costituzionale del 2019, per altro – spiega l’esponente dem -. In altri termini: una legge che andava a garantire a chi, trovandosi in una situazione davvero drammatica, con una patologia irreversibile, in dolore continuo, il diritto a porre fine a quella sofferenza in piena scelta e libertà. Al governo Meloni la possibilità di scegliere non sta bene. I diritti individuali, la libertà di poter decidere per sé stessi è, per loro, intollerabile: deve decidere Meloni per tutti”.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato scrivono: "La decisione di questo governo medievale di impugnare la legge della regione Toscana sul fine vita è gravissima e inaccettabile, rappresenta uno schiaffo a chi soffre e alle sollecitazioni della Corte costituzionale. Non solo Meloni e i suoi si rifiutano di lavorare a una normativa nazionale, ma mettono i bastoni tra le ruote alle poche regioni virtuose che si stanno dotando di leggi di civiltà. Quelle stesse regioni usate per il vergognoso scaricabarile cui il governo si aggrappa ogni volta che deve coprire i propri fallimenti, come nel caso delle liste d'attesa. Il nostro Paese ha bisogno di una legge sul fine vita, il Movimento 5 Stelle ha depositato due proposte, una alla Camera e una al Senato, si parta immediatamente da quelle per dare risposte a chi soffre e non ha la possibilità di condurre una vita dignitosa".
Secondo Angelo Bonelli, parlamentare di Avs e co-portavoce di Europa Verde, "il governo, impugnando la legge sul fine vita della regione Toscana, ha compiuto un atto di ferocia ideologica contro le famiglie e i malati terminali, condannati al dolore e all'accanimento terapeutico dall'inerzia colpevole dell'esecutivo che, nonostante le sentenze della Corte costituzionale, non legifera sul fine vita”.
Per Carlo Calenda, leader di Azione, "abbiamo bisogno di una legge sul fine vita da molto tempo. È questione di umanità e decenza. Il governo dovrebbe pensare a questo piuttosto che impugnare la legge regionale della Toscana".