Fernando Filoni, il cardinale globetrotter: l’idea di un papato di transizione. E su di lui puntano i neocatecumenali


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Cardinal Fernando Filoni: A Profile

The article focuses on Cardinal Fernando Filoni, a 79-year-old Italian cardinal known for his extensive experience in various roles within the Catholic Church. His career includes serving as a nuncio in several countries, including Iraq during the Gulf War, where he remained despite significant risks. He later held positions such as Substitute at the Secretariat of State and head of the Congregation for the Evangelization of Peoples.

Key Roles and Accomplishments

Filoni's roles have given him a broad perspective on the Church's challenges and strengths. He is lauded for his administrative transparency and efficiency. He's also praised for revitalizing the Order of the Holy Sepulchre, introducing transparency and sustainability. His work in the Middle East, especially his book 'La Chiesa in Iraq,' highlights his understanding of the region's complexities.

Views and Positions

Filoni advocates for a dynamic and inclusive Church, actively involved in evangelization. He supports the two-state solution for the Israeli-Palestinian conflict, emphasizing the importance of mutual recognition and prisoner releases. His views on hope during the pandemic show his focus on a spiritual perspective and resilience.

Potential Papal Candidate

The article speculates on Filoni's potential as a transitional Pope. While his age (79) is mentioned, his experience and capabilities are considered strong factors. However, his reported affinity for the Neocatechumenal movement, a group viewed with some complexities under Pope Francis's papacy, is also noted as a potential point of contention.

Overall Assessment

The article paints a picture of a highly experienced and capable cardinal with a global perspective and strong commitment to the Catholic Church. His potential candidacy for a papal transition is presented as a noteworthy possibility, though not without potential challenges. His strong track record and clear opinions on various issues are key aspects highlighted in this profile.

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Per capire a fondo la cifra umana e il carattere tosto di Fernando Filoni basta questo: quando si trovò a fare il nunzio a Baghdad durante la Guerra del Golfo nel 2003, aiutando il Vaticano a coordinare disperatamente ogni possibile mossa politica nel tentativo di scongiurare un conflitto che Giovanni Paolo II aveva ampiamente previsto come disastroso per gli equilibri mondiali, scelse di non abbandonare la nunziatura. Per anni quella fu l’unica sede diplomatica a restare aperta sotto le bombe. Più volte lui stesso ha rischiato la vita ma ha sempre risposto così: «Abbiamo scelto di stare accanto agli iracheni, allora restiamoci fino in fondo». Quando ricorda quei momenti ripete che si trattò di un conflitto «fondato sulle bugie» che ha aperto la strada all’arrivo dell’Isis.

Papa Francesco, in un video inedito registrato prima del ricovero il messaggio ai giovani: «Ascoltare aiuta la pace»

Tra i profili che stanno emergendo c’è questo cardinale italiano di 79 anni, nato in Puglia, che ha accumulato nel suo lungo cammino una rara visione d’insieme della Chiesa, di quello che è, delle sfide e dei punti di debolezza. Ha lavorato in Sri Lanka, Iran, Brasile, Filippine, Hong Kong, Giordania con vari incarichi fino a diventare sostituto alla Segreteria di Stato, ai tempi di Benedetto XVI e, in seguito, a capo dell’ex Propaganda Fide, il super dicastero dal quale dipendono le terre di missione cattoliche, una vera e propria centrale sensibile e strategica per le potenziali aree da esplorare e i bacini d’anime ancora da evangelizzare. Diocesi che ricevono quotidianamente sostegni, progetti e aiuti. Per esempio dell’Asia e dell’Africa. Nonostante la gestione diretta di importanti portafogli, su Filoni in tanti anni, non si è mai levata una sola voce di critica dal punto amministrativo. Puntiglioso, trasparente, rigoroso e forse per questo si trova ora al vertice dell’Ordine del Santo Sepolcro.

Alcuni anni fa Francesco gli chiese di rimettere mano a questa antica struttura, fondamentale per sostenere le attività in Medio Oriente. Le scuole, i seminari, gli asili dipendono dalla generosità dell’Ordine che Filoni ha progressivamente trasformato, introducendo trasparenza nei bilanci, il concetto di sostenibilità gestionale e circondandosi di validi collaboratori. Dal piglio deciso, pieno di energia e idee è un uomo che non passa inosservato; colpisce per il tratto umano, la curiosità innata, i modi di fare gentili, capaci di mettere subito a proprio agio gli interlocutori anche se poi va dritto al punto, senza perdere troppo tempo. Da giovane per un certo periodo ha fatto l’insegnante in un istituto superiore, mantenendo sempre un legame stretto con i libri, il mondo accademico e la cultura. Ama anche scrivere oltre che leggere. Nel 2015 ha pubblicato un libro intitolato La Chiesa in Iraq (Libreria Editrice Vaticana) in cui descrive con lucidità la situazione del Medio Oriente da una prospettiva storica, allargando poi l’orizzonte al futuro delle minoranze.

Invoca una «Chiesa in movimento» che non si spaventa, capace di dare testimonianza ed evangelizzare. «Una Chiesa aperta in tutta la sua ricchezza a tutti i popoli di tutti i continenti». Più di recente a proposito della crisi a Gaza, ha continuato a difendere la soluzione di due popoli, due Stati. «Una soluzione che non può essere raggiunta se non con il consenso di entrambe le parti». Subito dopo il 7 ottobre Filoni aveva invece sottolineato che esistevano due priorità da perseguire per permettere ad una tregua di realizzarsi, «agendo a livello umanitario e porre le basi per una futura soluzione: Hamas doveva liberare i prigionieri e dare riconoscimento al diritto di Israele all’esistenza. Da parte di Israele, il riconoscimento pratico ad uno stato palestinese di esistere e operare e il rilascio di prigionieri palestinesi». Poi aggiungeva: «So bene quanto possa essere difficile ma questa potrebbe essere una maniera non solo per affrontare l’emergenza immediata ma anche di aprire una prospettiva nuova, senza cadere nel déjà vu che purtroppo non ha portato frutti».

L’età di Filoni – 79 anni – non sembra essere un ostacolo. Potrebbe essere il candidato per un papato di transizione. I suoi critici, invece, ricordano la sua simpatia per i Neocatecumenali che, come tutti i movimenti, hanno finora avuto momenti difficili sotto il pontificato di Francesco che non li ha mai amati. Filoni, invece, ha spesso incoraggiato l’approccio di questo movimento alla rievangelizzazione delle aree decristianizzate. «Ogni persona battezzata è un missionario».

Durante la pandemia, in una intervista al Messaggero, Filoni cesellò il concetto di speranza: «L’uomo non può camminare sempre guardando per terra, dobbiamo alzare gli occhi e le nostre capacità si aprono a una dimensione diversa. La fede è la fiducia che si pone in Dio. Se da una parte si alza lo sguardo, dall’altra c’è Dio che si rivela e ci aspetta».

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