Bologna, 16 aprile 2025 â Un caso di parvovirosi nel gattile del Comune di Bologna. Si è verificato nel reparto sanitario dei gatti cuccioli: pertanto i veterinari stanno applicando i protocolli sanitari necessari. Alcuni altri gatti sono positivi, ma non presentano manifestazioni di malattia.
Lâamministrazione comunale fa sapere che questo ha comportato la massima attenzione alle attivitĂ di cura e sanitarie dei gatti del reparto sanitario, con il personale del gattile. Proseguono invece le visite del pubblico per l'adozione dei gatti, tenendo conto che il caso ha interessato solo il reparto sanitario dei cuccioli. Lâaccoglienza di gatti ritrovati sul territorio da parte dei cittadini, come viene sottolineato, dovrĂ essere preceduta da un contatto con il gattile, per dare precedenza alle situazioni urgenti. Invece, non ci sono variazioni rispetto alle attivitĂ di emergenza per eventuali gatti feriti e incidentati o cuccioli per le quali restano le modalitĂ di contatto come indicato in questa pagina. Il Comune ha inoltre avviato una collaborazione con un altro gattile per i casi urgenti che resterĂ attiva per il tempo strettamente necessario alla piena riapertura del gattile.
Noto come parvovirus felino è l'agente virale responsabile della panleucopenia felina, un'infezione altamente contagiosa e potenzialmente fatale, soprattutto per i gattini. Presente ovunque, il parvovirus felino è un virus molto stabile: nell'ambiente, infatti, è in grado di resistere per diverso tempo, anche piÚ di un anno (se non sono stati usati disinfettanti specifici). Questa alta resistenza ne facilita la trasmissione. Le infezioni da parvovirus del gatto hanno un tasso di mortalità elevato, a conferma di quanto sia pericoloso questo virus.
Un gatto infetto può trasmettere il parvovirus felino attraverso: feci (principale fonte di infezione); urine; secrezioni nasali. Il contatto diretto gatto-gatto rappresenta un'altra possibile fonte di infezione, ma è meno comune rispetto alle vie sopra menzionate. Anche le pulci possono veicolare il virus da un animale infetto a uno sano. Esiste anche la possibilità di una trasmissione materno-fetale, ossia dalla madre al feto.
Il parvovirus felino è specifico del gatto, quindi non può contagiare nÊ l'essere umano nÊ altri animali, come per esempio il cane.
Non esiste un trattamento specifico per il parvovirus del gatto, quindi la gestione terapeutica dell'infezione si consiste nel supportare l'animale, fornendogli liquidi, sostanze nutritive e altri bisogni essenziali, in attesa che il sistema immunitario sviluppi l'immunizzazione. Nei casi di infezione molto grave, il gatto ha bisogno di trattamenti di supporto che solo una clinica veterinaria è in grado di fornire; questi trattamenti consistono in:
supporto nutrizionale; somministrazione di fluidi per via endovenosa; farmaci antidolorifici e anti-vomito; antibiotici (questi solo nel caso di gatti con sovrainfezione batterica dovuta all'abbassamento delle difese immunitarie).
Esiste un vaccino che protegge dal parvovirus felino. Nei gatti di etĂ inferiore alle 16 settimane, il vaccino anti-parvovirus andrebbe somministrato non prima della sesta settimana di vita (in genere tra la sesta e lâottava); a questa prima dose, dovrebbe seguire un richiamo dopo 3-4 settimane. I gatti di etĂ superiore alle 16 settimane, di cui non si conosce la storia clinica, invece, possono ricevere subito il vaccino; per questi soggetti, può bastare una dose (in caso di 2 dosi, la seconda è prevista dopo 3-4 settimane dalla prima).
La vaccinazione anti-parvovirus va ripetuta nel tempo, al fine di mantenere l'immunizzazione; in genere, i richiami dovrebbero effettuarsi ogni 1-2 anni, a seconda di quanto indicato dal veterinario di riferimento. Il vaccino anti-parvovirus fa parte di un preparato vaccinale combinato, in cui è presente anche il vaccino contro il calicivirus e contro l'herpes virus felino (virus della rinotracheite felina).
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