"Gli italiani sono dei mafiosi". Sono le parole che Francis Kaufmann, l'uomo accusato dell'omicidio della bimba di sei mesi trovata morta a Villa Pamphili, a Roma, avrebbe pronunciato dopo l'arresto, mentre era in attesa dell'udienza di convalida davanti alla Corte d'Appello di Larissa, in Grecia.
Un'espressione pronunciata con tono sprezzante dal 46enne, accusato dalla Procura di Roma di omicidio aggravato. L'uomo resta nel carcere ellenico, dopo aver rifiutato l'estradizione in Italia, in attesa che i giudici decidano sul suo eventuale trasferimento a Roma. In base alla procedura, ci vorranno almeno sessanta giorni: un periodo in cui gli inquirenti sperano di aver fatto piena chiarezza su quanto accaduto.
Contro Kaufmann - che, oltre all'alias Rexal Ford, utilizzava anche quello italiano di Matteo Capozzi - potrebbe scattare una seconda accusa di omicidio per la morte della madre della piccola, trovata a 200 metri di distanza nel parco verde della Capitale.
Al momento, l'identitĂ della 30enne resta ancora da accertare. Chi indaga non esclude che possa trattarsi di una cittadina ucraina russofona, fuggita dal conflitto nel 2023 per raggiungere l'Europa, approdando, nello stesso anno, a Malta.
Ed è proprio sull'isola che si è concentrata l'attività investigativa. La polizia italiana, in collaborazione con gli inquirenti de La Valletta, sta cercando elementi utili per risalire al nome della donna. Kaufmann-Ford risulta all'anagrafe maltese come celibe e senza figli. Negli ospedali dell'isola non sarebbero stati trovati al momento riscontri sul parto della piccola, che risalirebbe alla fine del 2024.
Non è escluso che la donna possa aver dato alla luce la bambina in un appartamento e per questo si stanno facendo anche una serie di verifiche per capire se qualche medico privato possa aver aiutato la donna.
Secondo quanto riportato dal Times of Malta, Kaufmann avrebbe vissuto in una casa nella zona di Marsascala dopo aver ottenuto un permesso di soggiorno valido per alcuni mesi. Gli investigatori hanno ascoltato alcuni abitanti della zona, vicini di casa, per ricostruire elementi del vissuto dell'uomo e il possibile rapporto con la cosiddetta "donna dei tatuaggi".
Il californiano, con ogni probabilità assieme alla donna e alla bimba - che lui afferma essere sua figlia - ha lasciato l'isola tra la fine di marzo e i primissimi giorni di aprile. Lui ha raggiunto la Sicilia con un catamarano a noleggio, un ulteriore segno che disponeva di risorse economiche, mentre non è ancora chiaro se anche la donna e la bambina siano arrivate in Italia con la barca o abbiamo seguito un'altra strada.
Kaufmann, al momento dell'arresto, era in possesso di tre carte di credito e tre Sim telefoniche, l'ultima delle quali acquistata alla stazione Termini. A finanziare il suo stile di vita sarebbero stati i genitori, che gli inviavano dagli Stati Uniti somme mensili comprese tra i 5 e i 6 mila euro. Chi indaga ha accertato che le carte di credito venivano spesso utilizzate per pranzi e cene in ristoranti.
All'inizio di aprile, Kaufmann aveva contattato un'agenzia immobiliare per affittare un appartamento nella Capitale. Gli investigatori sono ora al lavoro per individuare l'abitazione. Si cerca in particolare nel quadrante di Monteverde e nella zona di Gregorio VII, non lontano da Villa Pamphili, diventata teatro di un vero e proprio giallo.
All'inizio di marzo, Francis Kaufmann alias Rexal Ford, l'uomo accusato di aver ucciso una bimba di sei mesi a Roma, ha deciso di lasciare l'isola di Malta, dove si trovava con la donna che presentava come sua moglie e la neonata. La decisione di partire, forse presa repentinamente, lo ha portato a tentare di andarsene non tramite navi di linea o aerei, ma affittando un'imbarcazione attraverso una societĂ di charter.
Un modo anche, si ipotizza, per non lasciare tracce. Una ricerca avvenuta in modo non del tutto lineare: l'uomo, utilizzando l'alias italiano Matteo Capozzi, ha cercato contatti anche "a caso" sui social, che potessero fornirgli elementi per arrivare a dama. Tracce di questa ricerca arrivano da persone che sono state contattate da Kaufmann nei primi giorni di marzo. Il 16 marzo, il 46enne californiano contatta a un fotografo che lavora a Palermo: "Ciao Giovanni - scrive utilizzando il servizio chat di Facebook - mi chiedevo se conosci qualcuno con barche private dalla Sicilia a Malta e ritorno? Se sì, qual è il prezzo più basso? Grazie". Un messaggio inviato alle 10:43, a cui il destinatario non replica. "Non so proprio chi sia questa persona - racconta all'ANSA il fotografo -. Il mio profilo compare tra le amicizie di questo Capozzi, ma io non mi occupo del settore, faccio tutt'altro nella vita, e quindi ho evitato di rispondere".
Le ricerche di Kaufmann sono andate avanti per giorni. Il 27 marzo, intorno alle 20, il 'finto regista' scrive a una società di Enna che si occupa di carsharing: "Sul numero che uso per il lavoro, ho migliaia di contatti. Mi è arrivato un breve messaggio da Capozzi - spiega il titolare della società -. Una comunicazione di poche righe in cui mi chiedeva una mano per trovare il modo, tramite l'affitto di un'imbarcazione, per raggiungere la Sicilia da La Valletta". Anche in questo caso, Capozzi non ottiene risposta. La sua volontà di lasciare l'isola si concretizza però dopo pochi giorni: stando a quanto accertato dagli inquirenti, infatti, il californiano riesce ad arrivare in Italia a bordo di un catamarano, anche se non è ancora chiaro se con lui ci fossero anche la donna e la bambina.
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