L’occasione tedesca. Perché Meloni deve puntare sulla Germania


The article argues that Italy's Prime Minister Meloni should prioritize strengthening relations with Germany's new government under Merz, given their shared political views and the opportunities for collaboration on defense, economic policy, and European geopolitical positioning.
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Si è soliti sostenere che quella con la Germania sia la relazione economica più importante per il nostro paese. Ciò è senz’altro vero, ma l’insediamento del nuovo governo tedesco rende questo rapporto anche il più importante sul piano politico per il governo Meloni per una molteplicità di ragioni.

In primis perché Friedrich Merz e Giorgia Meloni, pur avendo un percorso politico e biografico diverso alle spalle, oggi sono vicini quando si guarda alle idee generali.

Il neo-cancelliere incarna una nuova versione dei cristiano-democratici, quella dell’èra post-populista, in cui lo storico partito popolare tedesco si è oramai spostato a destra. Sull’immigrazione, sul Green deal, sulle politiche industriali, sulla regolazione del mercato europeo, le idee di Merz e Meloni sono di fatto sovrapponibili.

Lo ha detto in modo pacifico e diretto proprio Merz qualche mese fa in un’intervista al forum di Davos, di fronte a una platea caratterizzata dalla consueta freddezza verso la premier italiana.

La politica di difesa

Ma, soprattutto, la Germania attraversa una fase storica in cui ha abbattuto due grandi tabù degli ultimi decenni: il riarmo e la politica economica espansiva. Quanto al primo, per l’Italia è importante sul piano industriale per le partnership già siglate tra le aziende della difesa mentre sul piano politico Merz può offrire a Meloni una posizione utile.

I tedeschi, infatti, spenderanno di più in difesa ma hanno una costituzione, un percorso storico e un orientamento dell’opinione pubblica che è più simile a quello degli italiani rispetto a quanto non lo sia, ad esempio, a quello di francesi e inglesi.

Merz e Meloni, sulla difesa e la relativa politica estera, possono muoversi insieme seguendo una linea di rafforzamento della difesa ma senza le fughe in avanti di inglesi e francesi che alla fine hanno determinato l’impasse in cui versa la coalizione dei volenterosi sull’Ucraina.

In secondo luogo, il riarmo della Germania, inutile negarlo, preoccupa i francesi. Lo si vede dai tentativi di Emmanuel Macron di offrire l’ombrello nucleare di Parigi verso la minaccia russa. Dunque è probabile che la relazione franco-tedesca possa avere qualche difficoltà a decollare, anche considerando che Macron è un leader alla fine del proprio ciclo politico mentre Merz è appena all’inizio.

Ne consegue che per l’Italia di Meloni stabilire un forte legame con la Germania è un’occasione importante anche per spostare gli equilibri politici europei.

L’argine dell’austerità

C’è poi l’economia, sulla quale, come si anticipava, si è rotto l’argine dell’austerità. Gli stimoli del governo tedesco possono aiutare anche l’economia italiana considerando l’integrazione tra i due paesi della catena di fornitura.

Al contrario della Francia, con cui l’integrazione economica è più complessa per ragioni di concorrenza, la Germania rappresenta per il nostro paese un grande cliente. La svolta espansiva della politica economica, anche se soltanto sul piano nazionale, va interpretata in modo positivo.

E proprio per questa integrazione tra le due economie, anche rispetto ai dazi imposti da Donald Trump potrebbe non essere difficile trovare una linea negoziale comune.

C’è poi la questione geografica. Una Germania che si rafforza, nella difesa e nel consumo interno, potrebbe permettere di presidiare il fianco orientale dell’Europa, mentre l’Italia, col Piano Mattei in Africa, potrebbe coprire la sponda Mediterranea.

Sono due sfide, per vari motivi, difficile per entrambi i paesi ma che lasciano intravedere ancora spazi di integrazione strategica. Se questi tasselli andranno al loro posto, e il duo Merz-Meloni dovesse funzionare bene, allora si potrebbe giungere anche un accordo bilaterale più ampio.

Con la Francia c’è già il trattato del Quirinale, oramai operativo soprattutto sul piano diplomatico-politico, mentre con la Germania esiste un piano d’azione che ha bisogno di essere implementato. Se i due paesi dovessero rafforzare la propria alleanza, allora il governo italiano potrebbe anche lavorare a un nuovo trattato bilaterale con Berlino. Meloni potrebbe seppellire, sempre da destra, gli anni bui del difficile rapporto tra Silvio Berlusconi e Angela Merkel che hanno lasciato strascichi di freddezza nella relazione tra Italia e Germania per oltre un decennio.

© Riproduzione riservata

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