La storia di Marco Amaranto, l'ex agente immobiliare morto su una panchina in piazza Tasso a Firenze | Corriere.it


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Marco Amaranto's Life and Death

Marco Amaranto, a 57-year-old former real estate agent, was found dead on a bench in Piazza Tasso, Florence, on April 10, 2025. Five years prior, he had experienced eviction and subsequently became homeless.

His Final Days

Amaranto refused assistance from social services and healthcare, preferring to remain on the streets. Despite his struggles, he was remembered for his kindness and attempts to rebuild his life. Individuals and organizations who had interacted with him expressed their grief and memories. A small funeral was held with only a few friends from support networks in attendance.

Support and Recollections

Those who knew him described his gentle nature, recalling his willingness to help with chores at a local pastry shop and his engagement in community support efforts. Some sheltered him briefly. Social workers attempted to help, but Amaranto rejected offers of shelter, citing concerns about the environment. In the end, he passed away without family at his side.

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di Jacopo Storni

Aveva 57 anni ed era finito in strada dopo uno sfratto, cinque anni fa. Al funerale di uno dei senza tetto morti in piazza Tasso a Firenze. Una croce di legno, i fiori e gli amici della rete solidale: «Voleva riprendersi la sua vita»

Era stato un agente immobiliare, quasi laureato in giurisprudenza: gli mancavano soltanto quattro esami. Ma dopo lo sfratto per morosità di cinque anni fa, la sua vita è precipitata. Fino allo scorso 10 aprile, quando il suo corpo senza vita è stato ritrovato su una panchina di piazza Tasso, in Oltrarno a Firenze.

Una parabola drammatica, quella di Marco Amaranto, da lavoratore a senzatetto che rifiuta l’accoglienza e persino le cure. 

Adesso il suo corpo riposa nel cimitero di Trespiano.

Nessun familiare alla tumulazione di lunedì mattina 28 aprile, tanto che gli operai del cimitero hanno proceduto alla cerimonia di sepoltura in solitaria. Soltanto il vento, il rumore della ruspa e quello delle zolle che ricoprono la bara.

Sul mucchio di terra c’è una croce in legno: Amaranto Marco, prima il cognome poi il nome, nato il 2 ottobre del 1967 e morto il 9 aprile del 2025. Aveva 57 anni. 

Alle 11.30, per la cerimonia funebre, arrivano gli unici e ultimi amici di Marco, quelli della rete solidale che aveva cercato di salvarlo fino all’ultimo. Una ventina di persone. 

Ci sono le Curandaie, le donne dell’associazione dove Marco aveva svolto un percorso di reinserimento, gli operatori del Centro La Fenice, l’associazione Sheep Italia, i negozianti delle Cure, dove Marco stazionava spesso. C’è Guido della pasticceria Dolci Pensieri: «Collaborava con noi nelle pulizie del locale, voleva riprendersi la vita in mano».

La vita di Marco

C’è l’educatore dell’albergo popolare, uno dei luoghi dove a Firenze vengono accolte le persone in difficoltà: «Ricordo quella volta che gli feci la doccia dopo che uscì dall’ospedale». 

Ci sono Donatella e Cristina, le sorelle dell’erboristeria che a marzo lo hanno accolto in casa.

Sono loro a raccontare chi era Marco. 

 «Era appena uscito dall’ospedale dopo una caduta, nessuno gli trovava un posto dove dormire e quindi venne a stare da noi. Cucinava spesso per noi, la sera guardavamo Il trono di spade».

I servizi sociali gli avevano offerto un posto letto alla foresteria Pertini, ma lui aveva rifiutato: «Non ci voleva andare, diceva che c’era brutta gente». Poi un giorno se ne va di casa: «Ci disse che avrebbe voluto rientrare nel giro dell’albergo popolare, ma l’albergo popolare non aveva posto e quindi è finito a dormire per strada». 

Le sue condizioni si aggravano, complice l’alcol, e pian piano si lascia andare.

 «Lo abbiamo visto il giorno prima della sua morte — raccontano i ragazzi del Centro La Fenice — volevamo chiamare l’ambulanza perché non stava bene, ma lui rifiutava l’assistenza».

Tutti lo ricordano come persona gentile. C’è una foto che lo ritrae elegante, in giacca e cravatta. 

«Era un bellissimo uomo — racconta Serena Berti delle Curandaie — quella foto è stata scattata all’inaugurazione di una mostra alla nostra sede, ricordo che ci aiutò a riverniciare le pareti». 

Nessuna istituzione al funerale, soltanto Mauro Storti, dell’assessorato al sociale. Sopra la sua ultima dimora, si posano rose e garofani. 

«Le tue amiche» c’è scritto su fascia dorata delle rose bianche.

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29 aprile 2025 ( modifica il 29 aprile 2025 | 11:49)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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