Un licenziamento cha fa discutere quello avvenuto nell’azienda I-Tech Industries di Granarolo. La segnalazione è della Fiom (Federazione italiana impiegati operai metallurgici) – Cgil di Bologna che in una nota riporta quanto accaduto a una lavoratrice. "Nell’azienda I-Tech Industries di Granarolo – scrive il sindacato – è avvenuto un episodio gravissimo: una lavoratrice incinta, al rientro dal periodo di assenza in cui stava intraprendendo il percorso di fecondazione assistita, è stata licenziata con la motivazione dell’esternalizzazione della sua attività. Come troppo spesso accade dopo il Jobs Act, quando si vuole mascherare un licenziamento illegittimo è stata data una motivazione di natura economica. L’azienda era infatti pienamente informata e consapevole dello stato della lavoratrice".
La Fiom è prontamente intervenuta con l’azione sindacale e la lavoratrice in un primo momento è stata reintegrata. "L’aspetto più drammatico della vicenda – continua Fiom –, però, è che l’azienda nei fatti non ha mai consentito alla lavoratrice di riprendere l’attività lavorativa. E, nel momento in cui ha ritenuto che la lavoratrice avesse avuto un’interruzione di gravidanza, ha comminato immediatamente un nuovo licenziamento". I-Tech Industries è leader nello sviluppo di tecnologie per il trattamento della pelle e il modellamento del corpo. Nel corso della sua storia, l’azienda ha studiato e divulgato scoperte scientifiche sulla pelle e sui suoi trattamenti. E ha fondato un comitato scientifico formato da un team di esperti. "I-Tech Industries – dice Alessandro Caprara della Fiom – Cgil di Bologna – ha evitato qualsiasi confronto sindacale e non ci aveva informato di problemi economici o di riorganizzazione aziendale". Sulla vicenda interviene Stefania Mangione, avvocata della donna licenziata: "La lavoratrice – afferma il legale – intende impugnare giudizialmente il licenziamento discriminatorio".
"Quanto accaduto – aggiunge Caprara – rende ancora più urgente e importante rafforzare le tutele di lavoratrici e lavoratori di fronte a comportamenti e azioni prevaricatrici, discriminatorie e violente delle aziende che arrivano fino ai licenziamenti illegittimi". La consigliera regionale Pd, Simona Lembi: "Una discriminazione intollerabile. Un limite è stato superato: quello della tutela fondamentale delle lavoratrici madri. Alla lavoratrice coinvolta va tutta la mia solidarietà ed il mio impegno a sostenerla". L’azienda è stata, contattata per una replica, non ha fatto pervenire alcuna comunicazione.
p. l. t.
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