«Tutti possono essere colpiti dalla ludopatia. Con l’online il problema si è allargato» Paolo Jarre è uno dei più importanti esperti italiani sul tema del gioco d’azzardo. Per decenni ha seguito giovani che sono caduti nella trappola della ludopatia. Nel 2023 è diventato noto a livello nazionale per aver seguito il calciatore Nicolò Fagioli, tra i protagonisti dello scandalo del calcioscommesse.
Per fare quantificare il problema, il report “Il libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani” di Cgil e Federconsumatori mostra come, nella fascia d’età 11-14 anni, la metà dei ragazzi ha speso la carta di credito dei genitori o ricariche per videogiochi per acquistare “casse e scrigni”.
nuovo terremoto nel calcio ANDREA SIRAVO E REDAZIONE WEB 11 Aprile 2025
Salendo di età, questi dati si confermano: tra i 14 e i 18 anni, il 43% dei ragazzi maschi ha acquistato direttamente biglietti Gratta&Vinci, e quasi il 50% ha provato, anche solo una volta, a giocare in una sala Slot. Tuttavia, la scommessa sportiva rimane il tipo di giocata preferita dai giovani.
Dottor Jarre, anche se i fatti risalgono al triennio 2021-2023. Il calcioscommesse è tornato a essere un tema al centro dell’attenzione.
«Assolutamente. Qualche tempo fa ho conosciuto un ragazzo, da poco maggiorenne, che era uscito con cento all’esame di maturità. Nonostante fosse una bravissima persona, di nascosto usava la carta di credito della madre per giocare: è arrivato a perdere 15 mila euro in pochi mesi. Si crede di aver il controllo della partita, di poter prevedere cosa accadrà».
E così non succede.
«Il banco vince sempre. La ludopatia può colpire tutti, anche i calciatori».
Secondo i dati è ormai un’emergenza, da quando si è presa coscienza del tema?
«Una trentina di anni fa abbiamo visto come sempre ex pazienti con tossicodipendenza o problemi di alcolismo, si fossero rifugiati nel gioco d’azzardo. Dagli anni 2000 i numeri sono saliti vertiginosamente».
Come mai?
«Con l’avvento dell’online la platea si è allargata, soprattutto verso i più giovani. Le piattaforme fatturano 20 volte di più rispetto al pochi anni fa».
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Lei ha seguito Nicolò Fagioli, uno dei simboli di questa dipendenza.
«Quell’episodio è stato fondamentale per far capire alle persone che la ludopatia può colpire chiunque. È opinione diffusa che i vip, soprattutto i calciatori, possano permettersi di giocare d’azzardo con le cifre che guadagnano. Invece con una lettura più accurata emerge come non ci sia ricchezza economica che tenga davanti alla propria vulnerabilità».
Lei è uscito cambiato dall’esperienza?
«Gli incontri con Nicolò mi hanno tolto tutti i pregiudizi sui calciatori, considerati solo ricchi e viziati. Quando l’ho conosciuto mi sono trovato davanti una persona molto diversa, con tutta una serie di traumi: un ragazzo di 14 anni che è andato via di casa per giocare nella Juventus e che ha patito un periodo di solitudine».
Spesso i ragazzi si affidano ai cosiddetti “guru” che consigliano delle giocate “sicure”?
«Hanno avuto in qualche modo un ruolo da catalizzatori tra i giovani. Spesso, infatti, queste persone vengono ospitate nei principali programmi sportivi in televisione. Questo dimostra quanto il mondo dello sport sia ormai condizionato dal fenomeno del gioco».
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