Stop a un’auto su tre in Piemonte dal 1°ottobre. Non potranno più viaggiare i diesel euro 5 o di categoria inferiore, cioè quelle acquistate prima del 2015, nei Comuni che superano i 30 mila abitanti. Conti alla mano, tra qualche mese potrebbero rimanere ferme nel garage quasi un milione di auto, su tre milioni di vetture che circolano in Regione. Il limite è imposto dall’Unione Europea per il controllo delle polveri sottili che vieta la circolazione nei giorni feriali, dalle 8,30 alle 18,30. Non sarà solo il Piemonte a dover recepire la misura antismog europea ma l’intero bacino Padano e coinvolgerà anche Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Gli uffici di Palazzo Lascaris sono già all’opera per cercare una via d’uscita. «Mi sono confrontato con i colleghi delle altre tre regioni interessate - dice l’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati - l’obiettivo è superare il blocco dei veicoli mettendo in campo misure scientifiche, validate dalle nostre agenzie per l’ambiente, in grado di compensare la limitazione al traffico». Secondo i dati Istat (gennaio 2025) sono 18 i Comuni piemontesi con una popolazione superiore ai 30mila abitanti, e quindi interessati dai blocchi: Torino, Novara, Alessandria, Asti, Cuneo, Moncalieri, Collegno, Rivoli, Vercelli, Nichelino, Settimo Torinese, Biella, Grugliasco, Chieri, Pinerolo, Casale Monferrato, Venaria Reale e Alba. Nella sola provincia di Torino, sul milione e mezzo di veicoli circolanti ne verranno bloccati oltre 400mila. Non stanno meglio gli altri territori. Guida la classifica delle auto bloccate il Cuneese con oltre 159 mila veicoli fermi, seguito dalla provincia di Alessandria dove saranno soggette ai blocchi anti smog 106 mila auto. Nel Novarese, 74 mila veicoli rimarranno fermi ai box, 60 mila nell’Astigiano, 44 mila nel Biellese, 43mila in provincia di Vercelli e 33 mila nel territorio del Verbano Cusio Ossola. Secondo l’assessore Marnati ci sarebbero però ancora spazi di manovra: «La tecnologia e l’innovazione ce lo consentono e siamo al lavoro, insieme alle altre regioni del bacino padano e con il Governo, per definire le misure da applicare». L’obiettivo dell’assessore è duplice: «Migliorare la qualità dell’aria, ma con misure alternative al blocco della mobilità che inciderebbe in modo negativo sulle famiglie e sulle aziende». I progetti sono ancora in fase di definizione ma si pensa a incentivi e bandi in chiave green e agevolazioni per l’utilizzo dei mezzi pubblici. Una volta varate le misure non sarà ancora finita perché, sarà necessario capire che cosa ne pensano sia l’Europa sia il Governo. In parole povere, l’imposizione Ue, potrebbe essere aggirata con «compensazioni». La Regione dovrebbe tentare di diminuire la Co2 e le emissioni di particolato, continuando a far circolare tutti i tipi di auto, ma abbassando le soglie di inquinanti da altre parti. Ad esempio, incentivando l’uso della mobilità elettrica, sostenibile o intervenendo sui riscaldamenti, sugli allevamenti intensivi o sui grossi impianti industriali. Se la Regione non dovesse riuscire nel suo intento, esiste ancora un’ultima via d’uscita prima di cambiare l’auto definitivamente. Basterà infatti pagare il servizio Move-In, acronimo di MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti, che prevede l’installazione di una scatola nera a bordo delle auto «incriminate». Il servizio costa 50 euro per il primo anno e 20 euro per il servizio annuale. Ad ogni veicolo che aderisce, viene assegnato un limite massimo di chilometri percorribili annualmente all’interno dei Comuni colpiti dal blocco, ma una volta raggiunto il limite massimo di chilometri consentiti, il veicolo non potrà più circolare.
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