Vendono su Vinted, ricevono molestie: su un canale Telegram di contenuti per adulti pubblicate foto di donne (anche italiane) che usano l'app di shopping | Corriere.it


Women using the Vinted app are experiencing online harassment after their photos were stolen and shared on a Telegram channel, prompting concerns about online safety and privacy.
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Alcune utenti sono state sommerse da messaggi a sfondo sessuale: «Ce ne sono così tanti che ormai faccio fatica a trovare i veri compratori»

Vinted è nato con un'idea, quella di risolvere un problema: «Mi stavo spostando da una città all’altra e mi sono resa conto di avere troppe cose», ci aveva raccontato in questa intervista la sua fondatrice, Milda Mitkute.  «Ho pensato a come fare per disfarmene ma senza buttare capi ancora in buono stato che potevano avere un valore per altre persone». Un servizio utile che si è trasformato in un incubo per alcune donne che, nell'ultimo anno, hanno cominciato a ricevere un numero insolito di messaggi a sfondo sessuale da parte di utenti che inizialmente si fingevano interessati a comprare i capi. «Ce ne sono così tanti che ormai faccio fatica a trovare i veri compratori. Ho la sensazione che la piattaforma sia cambiata molto», ha detto Bella, un'utente ventiseienne di Vinted, al telegiornale Tagesschau. Quello che Bella e centinaia di altre donne non sapevano è che le loro foto erano state pubblicate su un canale Telegram chiamato «Girls of Vinted».

Le foto rubate anche a utenti italiani

Anche Sonja ha subito la stessa sorte: «Sembra la versione digitale della strada», racconta alla tv tedesca. Come altre utenti, Sonja pubblica su Vinted le foto degli abiti che vuole vendere indossandoli direttamente, così da mostrare ai potenziali acquirenti la vestibilità del capo. Le immagini, però, sono state rubate e ripubblicate su «Girls of Vinted», il canale creato a giugno 2024 e dove in meno di un anno sono state raccolte oltre mille foto rubate dall'app di compravendita. Quasi tutti i profili e le foto ricondivise sul gruppo appartengono a donne. E non è solo un problema limitato alla Germania, ma coinvolge anche la Francia e l'Italia. Per la testata Süddeutsche Zeitung, che ha partecipato all'indagine insieme anche alle emittenti Norddeutscher Rundfunk e Westdeutscher Rundfunk, delle 130 utenti di Vinted identificate, la maggior parte sono italiane. E a commentare con cuori e fiamme sui post «rubati» sarebbero soprattutto uomini.

«A me è capitato tante volte di essere contattata da user francesi con nomi femminili e che, facendo finta di essere interessati ai vestiti, chiedevano le foto da indossato avanti e dietro sennò non avrebbero acquistato. E al no diventavano sempre più insistenti con decine di messaggi», scrive così un'utente commentando su TikTok. «Mesi fa ho messo in vendita un costume taglia 13-14 anni perché era troppo grande per mia figlia. Un utente mi ha chiesto di avere delle foto del costume indossato per vedere come stava», aggiunge un'altra. Qualcuna su Reddit esprime anche preoccupazione per la propria privacy e la propria sicurezza. Con alcuni corrieri, infatti, l'etichetta di spedizione comprende nome completo e indirizzo del mittente. 

L'amministratrice del canale

Ad amminsitrare il canale è un'utente che si fa chiamare Sara: «Sono admin di @girlsofvinted, ho 29 anni e sono di Milano», si legge nella biografia dell'account. Da quando è stato creato il canale Telegram, Sara pubblica quasi ogni giorno link che rimandano ai capi venduti su Vinted dalle ignare utenti, inframezzati dai post per pubblicizzare i propri «servizi»: dalle «chat erotiche a 10 euro» a «video intimi a 50 euro». Anche per scrivere alla presunta amministratrice del gruppo bisogna pagare usando la valuta interna di Telegram: il primo messaggio costa 59 stelle (equivalente a 2,99 euro), ma per quelli successivi si arriva a circa 14 euro per messaggio. 

«Pubblichiamo semplicemente post pubblici, le donne ottengono più visibilità e vendono meglio», ha spiegato l'amministratrice, contattata dalle testate tedesche. Per chi gestisce il canale, insomma, non ci sarebbe nulla di male nel pubblicare insieme in un solo luogo digitale i propri servizi e le foto di utenti ignare. «Non è mai stato fatto nulla di male; era semplicemente pubblicità gratuita». Ma poco tempo dopo, il canale è scomparso. Telegram sostiene di averlo eliminato e di avere bannato per la violazione dei termini di utilizzo della piattaforma non solo il profilo della presunta amministratrice, ma anche l'account che per primo aveva creato il canale a giugno dell'anno scorso. 

30 aprile 2025

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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