Air India, la posizione alla partenza e il rientro (anticipato) dei flap: cosa non torna della dinamica | Corriere.it


The article investigates the circumstances surrounding an Air India Boeing 787 crash in Ahmedabad, focusing on the plane's takeoff position, short runway use, flap deployment, and the ongoing investigation.
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di Leonard Berberi

Tra i punti da chiarire della dinamica dell’incidente spunta anche la posizione alla partenza del Boeing 787 e l’assetto del velivolo subito dopo il decollo

Il Boeing 787 di Air India è decollato da metà pista senza prendersi qualche metro di più? È questa una delle domande che si stanno facendo gli addetti ai lavori che cercano di dare una spiegazione all’incidente avvenuto giovedì all’ora di pranzo in Ahmedabad, città dell’India occidentale. L’aereo, con 242 persone a bordo, si è schiantato tra le case un minuto dopo essersi sollevato da terra. Tutto parte con le indicazioni fornite dal sito di tracciamento Flightradar24 che, però, in un secondo momento corregge le informazioni e spiega che l’aereo si è preso tutta la striscia d’asfalto.

Dopo la partenza

I video girati — uno, in particolare — mostrano il Boeing fare fatica a prendere ulteriore quota. Anzi: i piloti sembrano avere difficoltà addirittura a tenerlo a un’altezza di «sicurezza» dalle abitazioni a terra, tanto che dopo alcuni secondi il jet precipita. Come mai? E qui spunta la domanda sulla posizione di partenza. La pista 23 dell’aeroporto di Ahmedabad, quella dalla quale è partito il Boeing, è lunga 3.505 metri.

«Solo 1.900 metri di rincorsa»

Secondo i dati raccolti dai siti di monitoraggio dei movimenti aerei, il volo Air India 171 — diretto a Londra Gatwick — entra più o meno a metà di quella pista e da lì avvia la rincorsa. Si tratta di circa 1.900 di asfalto da percorrere per raggiungere la velocità sufficiente a decollare. Ma quei 1.900 metri sono stati sufficienti? Su questo alcuni piloti, contattati dal Corriere, esprimono qualche dubbio, e infatti il velivolo si sarebbe preso lo spazio necessario.

Un aereo da oltre 220 tonnellate

«Un decollo con poca pista di solito è possibile se ci sono le performance, cioè se si sono fatti i calcoli rispetto alla posizione, se si è studiata la spinta dei motori per decollare da quel punto», spiega un comandante. «Certo, un aereo che dall’India deve volare fino a Londra pesa almeno 220 tonnellate e se fosse partito a metà tracciato risulterebbe una corsa di decollo corta. È molto strano decollare da quel punto lì e in quelle condizioni».

Il mancato «backtrack»

Un altro comandante ricorda che le tensioni India-Pakistan costringono i vettori indiani ad aggirare il Pakistan, allungando così i tempi di percorrenza ma anche aumentando il cherosene da imbarcare per poter sostenere l’intero tragitto. Altri voli AI171 Ahmedabad-Londra hanno eseguito il cosiddetto «backtrack», si sono portati cioè un po’ più indietro rispetto a metà pista per poter avere qualche metro in più.

Il caso dei flap

Sotto la lente c’è anche la question dei flap, la parte mobile delle ali che aiuta la portanza dell’aereo. Le immagini li mostrano in posizione giudicata non adeguata per la fase di decollo: sono infatti già rientrati pur avendo il carrello ancora abbassato e soprattutto così poco dopo la partenza: di solito i flap dovrebbero essere fatti rientrare una decina di minuti dopo, non sessanta secondi, il decollo mentre il carrello è la prima cosa che viene riportato su, dopo una decina di secondi.

Le indagini

Gli investigatori dovranno analizzare in realtà tutti gli aspetti. Questo dalla poca rincorsa non appare in cima ai punti da chiarire a livello ufficiale. Una mano la dovranno dare le due scatole nere — una che registra gli audio in cabina di pilotaggio, l’altra che memorizza migliaia di parametri del volo e dell’aereo — che però al momento non sono state ancora recuperate.

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12 giugno 2025 ( modifica il 12 giugno 2025 | 18:30)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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