Daspo dopo l'aggressione al carabiniere, studentessa bandita da tutti i bar. Ma il Tar annulla: «Per andare all'università deve passarci davanti»


An Italian court overturned a ban on a student's access to bars after determining that it unreasonably interfered with her ability to attend university.
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PADOVA - Dovrebbe star lontano da ogni locale di Padova e provincia per due anni ma non può perché abita al Portello e la strada che percorre ogni giorno per andare all’università è costellata di esercizi pubblici. Sono i motivi che hanno spinto il Tar a cancellare il Daspo emesso dalla Questura di Padova nei confronti di una studentessa del Bo perché nel sanzionarla, ed espellerla dalle zone della movida, non sono state “adeguatamente valutate le specifiche esigenze di studio dell’interessata”. E poco importa che la protagonista della vicenda sia stata arrestata per aver aggredito un carabiniere stringendogli le mani al collo, da ubriaca. Perché quel Daspo le rende impossibile “soddisfare le sue ordinarie esigenze di vita”, cioè lo studio, e quindi va “annullato”.

Il provvedimento

Il provvedimento emesso dalla Questura il 25 novembre con il quale si impediva alla studentessa non solo l’ingresso nei locali della provincia ma anche il solo avvicinamento alle zone, nasce da un episodio di venti giorni prima. Il 5 novembre infatti una pattuglia del Radiomobile dei carabinieri interveniva all’esterno di un locale della zona industriale cittadina: a chiamare i militari erano stati i gestori dell’esercizio pubblico dopo che tre giovani, due ragazze e un ragazzo, ubriachi, avevano aggredito l’addetto alla sicurezza. Oltre ai carabinieri, sul posto era arrivata anche un’ambulanza del Suem a soccorrere uno dei ragazzi, del tutto fuori di sé. Ma era stato alla vista dei militari che i tre ragazzi avevano perso la testa, iniziando a insultarli e colpirli con calci e pugni. Ad avere la peggio (cinque giorni di prognosi) era stato un carabiniere preso per il collo dalla studentessa. La giovane era quindi stata arrestata con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: un arresto poi convalidato dal giudice che però non aveva emesso nessuna misura cautelare, scarcerando la ragazza. A impedirle di ripetere fatti simili ci aveva quindi pensato la questura che “evidenziata la sua negativa personalità” e viste le sue “condotte potenzialmente pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica, mostrando spregio per le regole di civile convivenza” firmava un Daspo di due anni con il quale tenerla, di fatto, distante da ogni bar del Padovano.

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