La marea di Farage travolge l'Inghilterra: Reform dilaga ovunque nelle elezioni amministrative | Corriere.it


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Strong Showing by Reform Party

The Reform Party, led by Nigel Farage, achieved a surprising success in recent UK local elections. The party's gains have been described as a seismic shock to the traditional political landscape.

Key Results

  • Victory in a by-election in Runcorn, previously held by Labour with a significant majority.
  • Control of Lincolnshire, with 42% of the vote, surpassing the Conservatives.
  • Strong showings in Labour-held areas, demonstrating a national trend.

Political Implications

The results mark the end of the traditional Labour-Conservative duopoly. Reform is now seen as the main opposition to the Labour government. This fragmentation of the political system is also attributed to the performances of the Liberal Democrats and Green parties.

Reasons for Reform's Success

The rise of Reform is largely seen as a protest vote against the establishment. With voters disillusioned by both Labour and the Conservatives, they have turned to the populist alternative. Immigration concerns, a key Reform platform, play a significant role in this shift. The party's gains are also linked to the long-term economic struggles faced by working-class people since the 2008 financial crisis.

Future Outlook

While the local election results do not directly translate to national impact, the party's performance hints at significant potential in future general elections. The possibility of Farage as Prime Minister is no longer considered far-fetched.

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di Luigi Ippolito

Svolta epocale per la politica britannica: Reform, il partito di destra populista guidato da Nigel Farage, mette in crisi il sistema politico tradizionale

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - La marea faragista sommerge tutta l’Inghilterra: ed è una svolta epocale per la politica britannica. Perché è un vero choc sismico quello che emerge dal voto amministrativo che ieri ha coinvolto un terzo dell’elettorato dell’Inghilterra (non si votava nelle altre regioni britanniche): Reform, il partito di destra populista guidato da Nigel Farage, il tribuno della Brexit, dilaga ovunque e mette in crisi il sistema politico tradizionale.

I faragisti hanno vinto un’elezione suppletiva, a Runcorn, in un seggio che a luglio scorso era stato ottenuto dal Labour con una maggioranza addirittura del 53%, mentre Reform si era fermato al 18%: ieri la candidata di Farage, Sarah Pochin, ha strappato la vittoria ai laburisti, anche se solo per 6 voti, e ha subito dichiarato il proprio leader «il prossimo primo ministro di questo grande Paese».

Reform ha preso anche il controllo della regione del Lincolnshire, ottenendo lì il 42% dei voti e relegando i conservatori al secondo posto col 26%, ma pure dove i laburisti tengono le posizioni vengono incalzati da Reform a un soffio di distanza. Il quadro completo lo avremo solo nel pomeriggio, quando Farage potrebbe segnare ulteriori vittorie, ma quella di oggi è comunque l’alba di una nuova era.

Il tradizionale duopolio laburisti-conservatori è finito e quello che sta accadendo è paragonabile alla svolta di un secolo fa, negli anni a cavallo fra le due guerre mondiali, quando i laburisti soppiantarono i liberali come alternativa ai conservatori. Ora il partito di Farage è diventato la vera opposizione al governo laburista e tutto il sistema si è frammentato, grazie anche ai buoni risultati di liberaldemocratici e Verdi.

Quello per Reform è un voto di protesta contro lo status quo e tutto l’establishment tradizionale: se l’anno scorso le elezioni politiche che hanno portato al governo il Labour di Keir Starmer erano state un referendum contro i conservatori, adesso l’elettorato già deluso dai laburisti si volge all’unica alternativa rimasta, ossia la destra populista. A favore di Farage gioca il fatto che l’immigrazione è tornata in cima alle preoccupazioni degli elettori ed è il cavallo di battaglia di Reform: ma si tratta di un’onda lunga che arriva da lontano, dai quasi vent’anni successivi alla crisi finanziaria che hanno visto il deterioramento delle condizioni di vita della popolazione, soprattutto della classe lavoratrice. È un disagio che si era manifestato già nel 2016, con il voto in favore della Brexit, ma a cui la classe politica non è mai riuscita a dare una vera risposta: adesso l’alternativa, per quanto semplicistica e nebulosa, è incarnata da Farage.

Resta da vedere come tutto questo si tradurrà a livello nazionale, dove il sistema elettorale uninominale distorce enormemente il voto (l’anno scorso il Labour ha ottenuto una schiacciante maggioranza assoluta di seggi con appena il 34% dei consensi): ma con una corsa politica ormai a quattro (se non a cinque) i risultati possono essere imprevedibili e il collasso dei partiti tradizionali non è da escludere. In teoria le elezioni generali sono solo fra 4 anni, ma Farage primo ministro a Londra non è più fantapolitica.

2 maggio 2025 ( modifica il 2 maggio 2025 | 13:47)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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