Un nuovo studio clinico condotto dall'Ifom, Istituto di oncologia molecolare di Fondazione Airc, ribadisce l'importanza di una corretta alimentazione: in particolare, secondo i risultati della riceca, la dieta può influire sull'efficacia delle cure antitumorali. Infatti, un regime alimentare 'mimadigiuno', cioè a basso contenuto di carboidrati e proteine, può potenziare gli effetti della chemioterapia, in particolare nella cura del tumore al seno triplo negativo.
«La dieta mima-digiuno (Dmd), in associazione al trattamento chemioterapico, sembra essere un approccio sperimentale molto promettente per migliorare gli esiti delle cure disponibili per le pazienti con tumore al seno triplo negativo in fase iniziale», indica lo studio coordinato da Claudio Vernieri. I risultati dello studio hanno dimostrato che la combinazione della dieta, utilizzata per un periodo di 5 giorni consecutivi ogni 3 settimane, è associata, assieme alla chemioterapia, a elevati tassi di risposta patologica completa. Dal punto di vista dei dati: su 30 donne arruolate nello studio, il trattamento sperimentale impiegato ha determinato la scomparsa del 100% delle cellule tumorali in circa il 57% delle pazienti trattate.
Non solo, i ricercatori hanno infatti evidenziato come la dieta riesca a ridurre la capacità delle cellule tumorali di utilizzare il glucosio, ovvero uno zucchero che risulta fondamentale per sostenerne la crescita e ridurre la capacità delle cellule del sistema immunitario di riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Su queste basi è stata avviata una più ampia sperimentazione clinica, la Breakfast-2: l'obiettivo è quello di valutare se l'aggiunta di cicli di dieta mimadigiuno alla chemio-immunoterapia possa migliorare l'attività terapeutica rispetto alla sola chemio-immunoterapia.
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